Quello che va in scena in Emilia Romagna è un conflitto necessario: fino al 2 dicembre sciopero di ogni prestazione straordinaria e aggiuntiva, compresa la flessibilità operativa del personale addetto al recapito.
Sciopero in Emilia Romagna dal 16 novembre fino al 2 dicembre di ogni prestazione straordinaria e aggiuntiva, compresa la flessibilità operativa del personale addetto al recapito. “Quello che abbiamo deciso di mettere in campo contro Poste italiane è un conflitto necessario”, spiega Giuseppe Ledda, coordinatore SLC Emilia Romagna. “I problemi sono tanti e si deve fare molto di
più dopo una gestione della prima ondata dei contagi da parte dell’azienda non di certo ineccepibile”, sottolinea Francesco Miceli coordinatore regionale SLC CGIL Poste. Per questo, “siamo convinti che, seppur in una condizione difficile per il Paese, no n possiamo abdicare al nostro ruolo. E nel rispetto di tutte le regole sulla sicurezza, porteremo avanti una vertenza che da troppo tempo attende risposte e che auspichiamo diventi presto unitaria”, aggiunge Ledda. La carenza di personale, che nei diversi ambiti aziendali sta assumendo dimensioni preoccupanti, assieme all’incertezza sanitaria, stanno provocando forti ripercussioni sulle condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori. In particolare l’emergenza sanitaria da Covid 19 sta facendo registrare
un a costante crescita dei casi anche in azienda. La salvaguardia della sicurezza e della salute delle persone diventa quindi per noi un obiettivo
primario. Inoltre, il numero di addetti è insufficiente per una clientela sempre più esposta a disservizi, con molti uffici ancora chiusi e lunghe code di fronte a quelli aperti. Di conseguenza, anche il clima interno all’azienda si fa sempre più ostile. Indicazioni operative sulle ferie disattese,
revoca dei part time, aspettative e permessi speciali non riconosciuti, alimentano lo sconforto tra il personale. A peggiorare la situazione anche le pressioni commerciali sempre più aggressive e non rispettose del codice etico su consulenti e sportellisti, a cui si sommano distacchi continui del
personale. Non ultimo, la qualità delle relazioni industriali e gli incontri sindacali che in molti casi non hanno dato le risposte per risolvere queste criticità, così come successo durante l’incontro regionale (riferito all’accordo nazionale sulle politiche attive) in cui non è stato possibile verificare i numeri che riguardano la nostra regione.
“Si tratta di una mobilitazione inevitabile. Poste non sfugga dai problemi che stiamo denunciando, valorizzi i tavoli regionali, perché la situazione in termini di organici e carichi di lavoro è ormai insostenibile”, conclude Ledda.